Le stampanti 3D sono strumenti di produzione in grado di produrre oggetti in plastica o in metallo partendo da disegni CAD.
La stampa 3D rappresenta una delle più innovative applicazioni industriali con un elevato ritorno in termini di crescita e fatturato. Questa tecnologia è competitiva poiché consente di elminare i costi di logistica, di magazzino e di trasporto e offre estrema flessibilità.
Gli analisti di mercato prevedono che, nei prossimi 20 anni, la produzione ottenuta con le stampai 3D dovrebbe raggiungerei 200 miliardi di dollari, cioè il 2% dell’intera produzione a livello mondiale (100.000 miliardi di dollari).
A livello mondiale, sono installate nel mondo circa 200.000 stampanti 3D “industriali” (con un costo oltre i 5.000 euro), di cui in Italia sono già installate oltre 7.000 (circa il 3,5%).
In Italia i dati sono positivi e in continua crescita e sono il segnale di un continuo rinnovamento dell’industria in generale. Molte imprese italiane investono nella ricerca e innovazione, generando nuova occupazione e nuovo know-how.
I principali settori di impiego in Italia sono la protitipazione di prodotti artigianali e industriali (elettrodomestici, arredamento, auto e moto, areonautica, nautica, macchine utensili, stampi), l’oreficeria, gli apparecchi ortodontici e acustici e le protesi (anca, bacino, calotta cranica), ma anche gli oggetti personalizzati cone gadget e articoli per vetrinisti.
Anche il mondo del design utilizza le stampanti 3D per produrre sia modellini e prototipi che oggetti finiti.
Queste stampnati sono utilizzate non solo dalle grandi aziende, come FIAT, Ferarri, Ducati, Dell’Orto, ma anche da medie aziende come De Longhi, Safilo, Gucci, Dell’Orto (carburatori) e Lima (protesi), e da moltissime da PMI come Givi (caschi e bauletti per moto), HSL (che produce oggeti di design e gioielli), moltissimi laboratori orafi, studi di architettura, restauratori, stampisti e persino pasticcieri.
Per utilizzare le stampanti 3D non è indispensabile procedere subito all’acquisto, poiché ci sono ormai in ogni città piccoli laboratori (Fab-Lab) dotati di stampanti 3D per materie plastiche e spesso anche di altri moderni strumenti di produzione digitale, come taglio laser e machine a controllo numerico (CNC) , e alcune decine di centri servizi dotati di macchine di grandi dimensioni per plastiche e per metalli.
Queste “3D factory” possono diventare delle fabbriche di quartiere o di zone industriali capaci di fornire a prezzi competitivi con qualsiasi altro sistema produttivo locale o delocalizzato, componenti per l’industria e per le PMI in particolare.
Sono PMI anche molte aziende italiane che producono stampanti 3D, come Sharebot, Wasp, ira3D, 3Ntr, FabTotum, GiMax, KentStrapper, Kloner, Krea3D, MeccatroniCore, Conrad, DWS e Sisma (l’unica azienda italiana che produce stampanti 3D per metalli). Secondo l’Osservatorio 3DPrint Hub, una ricerca di mercato condotta da Senaf nella scorsa primavera, l’ecosistema italiano della stampa 3D è costituito da una realtà di circa 700 operatori tra produttori e distributori di stampanti 3D, scanner 3D, materiali per la stampa 3D e software. Tutte realtà piccole, spesso piccolissime: il 77,4% ha un fatturato inferiore al milione di euro e il 68% dà lavoro a meno di nove addetti.
Anche Olivetti ha annunciato il proprio ingresso nel mercato delle stampanti 3D, con macchine che si rivolgono specificatamente alle PMI.
La terza rivoluzione industriale è iniziata. I big dell'IT Olivetti, Ricoh, Canon, HP, etc. hanno annunciato o già presentato i loro programmi e
prodotti. Il treno è partito, chi ci sale?
Per approfondire l'argomento vi aspettiamo il 2 dicembre a Milano per una giornata dedicata al 3d printing.
L'evento è gratuito, previa registrazione
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci
info@cherryconsulting.it