Qualche giorno fa 3ders.org , uno dei più importanti portali sul mondo della stampa 3D, ha pubblicato un articolo riguardo ad un recente studio della New York University sulla possibile vulnerabilità in
termini di sicurezza dei sistemi di stampa 3D.
Ma quanto può essere davvero "pericoloso"?
Abbiamo chiesto un parere a Giancarlo Magnaghi, direttore
tecnico del Centro di Competenza sulla Stampa 3D di Cherry Consulting e docente
di innovazioni tecnologiche e tecnologie ICT:
"Tutte le volte che c’e’ un dispositivo, hardware o software che sia, c’e’
sempre la possibilita’ che qualche malintenzionato ci metta le mani.
E’ vero che piu’ software c’e’, piu’ e’ facile combinare disastri. E’
piu’ facile modificare il G-code di una stampante 3D che regolare in
modo diverso un tornio meccanico o una fresa.
Comunque, quello che fa veramente paura sono le possibilità di intrusione
nei sistemi di controllo del traffico aereo, delle onde verdi dei semafori e
dei sistemi SCADA che controllano gli impianti industriali., per non parlare
dei reattori nucleari Ci sono gia’ stati casi di malware che hanno fatto
impazzire interi impianti chimici. Di fronte agli enormi problemi di sicurezza
dei grandi sistemi digitali che regolano tutte le operazioni della nostra
societa’, quelli delle stampanti 3D mi sembrano trascurabili, a meno che non
si modifichi la struttura di un ordigno nucleare.
Se pero’ consideriamo quello
che e’ successo ai treni in Puglia e quello che ha combinato il pilota che si
e’ suicidato uccidendo tutti i passeggeri, risulta che la gara a chi le
combina piu’ grosse tra uomini e sistemi automatici rimane aperta."
Nessun commento:
Posta un commento